Ciao Enzo,
com’è difficile mettere assieme queste poche parole che non avremmo mai voluto scrivere.
Ci conoscevamo da vent’anni da amanti del calcio come noi eravamo, prima da avversari, poi da colleghi ed amici. Quante volte ci hai fatto arrabbiare quando eravamo su sponde diverse, poi il salto da noi e l’amicizia è diventate sempre più forte.

Abbiamo sentito Carlo, tuo grandissimo amico con il quale hai condiviso sia il lavoro che la passione per
il calcio, prima al Monza, poi all’Usmate ed infine qui da noi. E’ devastato, le sue sole parole sono state:
“perdo un grande amico, una brava persona dal cuore d’oro”. Non possiamo che confermare. Come
non dimenticare l’aiuto ed il sostegno che hai dato giorno e notte ai tuoi genitori, prima l’uno e poi l’altra,
accompagnandoli alla fine dei loro giorni. La stessa cosa la facesti con la tua ex moglie, eravate separati
ma questo non ti ha impedito di assisterla e accudirla fino alla fine. Eri troppo buono, una mano la davi
sempre a tutti, purtroppo l’hai data anche ad un tipo cattivo con un nome strano che in questo momento
sta mettendo sottosopra tutto il mondo. Tu gli hai dato la mano e lui s’è preso il corpo, complice anche il
tuo cuore matto che tanti problemi ti ha dato ultimamente.

La tua passione, il tuo amore per il calcio erano contagiosi, profondo conoscitore del calcio giovanile,
hai collaborato con società professionistiche prestigiose, con il Milan prima e con l’Atalanta in questi
ultimi anni, dove eri molto apprezzato ed il tuo parere era tenuto in alta considerazione. In questi giorni
del tuo ricovero li abbiamo costantemente tenuti informati sulle tue condizioni, poi purtroppo ieri sera
abbiamo ricevuto da loro un messaggio di sole tre parole che non avremmo mai voluto ricevere.
In questo momento non possiamo che stringerci forte attorno ai tuoi cari sicuri che, buono com’eri, ora
non puoi che essere in cielo, dove attenderti c’era certamente il Capo in persona che per vincere il
campionato degli Angeli non poteva che prendere te.

Ciao Enzo.

Cornate d’Adda, 16 marzo 2020

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